Vision Pro: la rivoluzione di Apple, tra ‘Black Mirror’ e ‘Ready Player One’

Apple ha presentato Vision Pro, il suo innovativo e atteso visore di realtà mista, che ha fatto pensare immediatamente a film e serie di fantascienza come Black Mirror. Ma come funziona?


Ieri, 5 giugno 2023, la serie Black Mirror è andata in tendenza su Twitter, proprio in coincidenza con l’uscita dei poster ufficiali della nuova stagione, in uscita il 15 giugno su Netflix. Peccato che quasi nessuno stesse parlando delle nuove locandine e che il vero motivo per cui la celebre serie fantascientifica fosse sulla bocca di tutti era tutt’altro. In un evento di portata storica, Apple ha, infatti, presentato Vision Pro, il suo primo attesissimo visore di realtà mista. Un oggetto che, riportando le parole del CEO Tim Cook, dà inizio a “l’era dello spatial computing” e che ha subito fatto pensare a una rivoluzione nel modo in cui fruire i contenuti multimediali, richiamando immediatamente ad alcuni episodi proprio di Black Mirror, come al film di Steven Spielberg Ready Player One e di tanti altri film sci-fi. Insomma, un evento che ci ha fatto sentire dentro un film di fantascienza, esattamente come accadeva 15 anni fa quando Steve Jobs presentò il primo iPhone davanti a un pubblico stupefatto.

Come funziona Vision Pro

A prima vista il visore di Apple assomiglia ai tanti altri visori sviluppati nel corso degli ultimi anni, soprattutto in ambito di realtà virtuale e di gaming. Ma, come si nota fin dalla prima immagine presentata, ha una caratteristica del tutto nuova, la possibilità di vedere gli occhi di chi indossa il visore, il tutto grazie a uno schermo esterno che ne riproduce lo sguardo, rendendo più naturali le eventuali interazioni con il mondo e con le persone circostanti, che l’utente potrà vedere nitidamente grazie alla presenza di ben 12 fotocamere. Vision Pro è, infatti, un visore di realtà mista, ovvero sia realtà virtuale (creando “mondi” interamente digitali) che realtà aumentata (che sovrappongono elementi digitali al mondo che ci circonda).

Attraverso un sistema operativo che richiama iOS, muovendo le mani con delle gesture precise o utilizzando mouse e tastiera esterne, sarà possibile interagire con diversi menu e svolgere praticamente qualsiasi tipo di azione che normalmente compiamo sui nostri device digitali. Navigazione web, utilizzo di app, videoscrittura e, soprattutto, riproduzione di contenuti multimediali. Qualunque attività potrà essere svolta in modalità realtà aumentata, permettendoci di “tenere un occhio” su ciò che ci circonda, o in modalità realtà virtuale, permettendo un’esperienza più immersiva per la fruizione ad esempio di film e serie tv. In tal senso, Vision Pro, si propone come un dispositivo che potrà rimpiazzare qualsiasi altro – dal cellulare, al computer al televisore – accorpando e perfezionando ogni esigenza in un’esperienza digitale mai così libera e immersiva. Guardare film, serie o eventi live utilizzando un visore di questo tipo – con la possibilità di “uscire dallo schermo” e invadere il mondo circostante con elementi digitali aggiuntivi – potrebbe cambiare completamente il modo in cui questi contenuti saranno non solo fruiti, ma anche pensati e prodotti.

 

One more thing?

La rivoluzione potenziale di Vision Pro ha portato Tim Cook a citare una frase iconica di Steve Jobs, “one more thing”, utilizzata per lanciare prodotti che avrebbero stravolto l’industria come furono ad esempio i vari iPod, iPhone e iPad. Ma sarà una vera rivoluzione? È ancora presto per dirlo. Di certo, ci vorrà molto tempo: il nuovo visore di casa Apple ha, infatti, diverse criticità, come il prezzo al lancio (ben 3.500 dollari), che lo rendono un prodotto lontanissimo dall’utente medio, o la limitata durata della batteria (circa 2 ore), o ancora i dubbi sull’effettivo miglioramento della produttività lavorativa in realtà aumentata. Sta di fatto che Apple è abituata a essere un “game changer” e se ha puntato su un dispositivo complesso e ambizioso come questo, è probabile che abbia ben chiara la direzione da tracciare e che sia solo una questione di tempo perché prodotti come il Vision Pro entrino nelle case e nella quotidianità di tantissime persone.

Insomma, mentre su Steve Jobs sono stati realizzati ben due film, uno dei quali (Steve Jobs di Danny Boyle del 2015) interamente incentrato sulle sue celebri conferenze di presentazione, solo il tempo ci saprà dire se la conferenza di ieri meriterà un film a lei dedicata con Tim Cook come protagonista, o se invece sarà stata solo una gigantesca (e stupefacente) illusione collettiva.

 

Carlo D'Acquisto
06 Giugno 2023

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