I dinosauri? Hanno 30 anni, l’età di ‘Jurassic Park’

Si celebra l'anniversario del grande kolossal di Steven Spielberg


«C’è qualcosa nei dinosauri che cattura l’immaginazione popolare come nient’altro». Semplice e santa verità.

È così che si apre il video di celebrazione per i 30 anni di Jurassic Park prodotto dalla Universal, cioè con le parole del protagonista Sam Neil, l’attore australiano che interpreta il paleontologo Dottor Alan Grant. Gli fa eco Jeff Goldblum che nel film è l’eccentrico matematico texano specializzato nella teoria del caos: «Jurassic Park era l’inizio di qualcosa che avrebbe cambiato il cinema.»

E anche questo è indubbio.

Steven Spielberg ha riportato in vita i dinosauri con un livello di realismo capace di spalancare gli occhi degli spettatori e divaricare le loro mascelle per lo stupore. Chi entrava in sala, quel lontano 9 giugno 1993, veniva catapultato dentro una delle più grandi avventure cinematografiche mai create e allo stesso tempo faceva esperienza delle nuove incredibili possibilità del cinema. La computer grafica faceva il suo ingresso trionfale nei film e da quel momento ogni storia sarebbe stata raccontabile.

L’unico limite è l’immaginazione: non è solo un motto, ma con Jurassic Park diventa una tesi inconfutabile. Quando al giovane Steven Spielberg fu offerta per la prima volta la sceneggiatura di Lo squalo, disse che avrebbe diretto il film a una condizione: non avrebbe mostrato il feroce predatore per la prima ora. Secondo la sua idea, costruendo lentamente l’apprensione del pubblico, lo squalo avrebbe fatto molta più impressione alla sua prima comparsa. E aveva maledettamente ragione.

In Jurassic Park cambia approccio. Il film li mostra subito i dinosauri. Eccome se lo fa! Li vediamo presto e spesso, e sono davvero un trionfo dell’arte degli effetti speciali, una continua sorgente di meraviglia, un innesco potente in grado di far saltare ogni volta il nostro senso di “incredulità”.

E si perdona al grande Maestro la scelta di dedicare la maggior parte dei suoi sforzi alla creazione dei dinosauri lasciando che i personaggi umani risultino un gruppo eterogeneo di personalità bidimensionali e abbozzate, che esistono principalmente per urlare, lanciare avvertimenti terribili e sconfiggere i mostri. Questo è intrattenimento allo stato più puro. Allo stato essenziale, tanto che nello stesso video di cui sopra Laura Dern, l’indimenticabile paleobotanica Dr Ellie Sattle, ammette: “I feel so proud to be part of the most ridiculouslyfun couple of action hours of your life” (Mi sento così orgogliosa di far parte delle due ore di azione più ridicolmente divertenti della vostra vita).E ora veniamo a 9 curiosità su questo super-cult anni 90 (perché dietro ogni grande film ci sono tante piccole e straordinarie storie che ne fanno un pezzo di Storia).

1. Paleontologia rocks!

Il film e il libro bestseller di Michael Crichton da cui è tratto hanno suscitato un tale interesse per i dinosauri che lo studio della paleontologia ha registrato un aumento record di studenti. Oltre ogni immaginazione.

2. Life finds a way!

Il T. Rex a volte funzionava in maniera bizzarra, a causa della pioggia. La produttrice Kathleen Kennedy ricorda: “A volte il T. Rex ci spaventava davvero a morte. Stavamo pranzando e all’improvviso uno di questi bestioni animatronici prendeva vita inaspettatamente. All’inizio non sapevamo cosa stesse succedendo, poi abbiamo capito che era la pioggia. Si sentiva la gente che iniziava a urlare”.

3. Il coccodrillo come fa?

Il famigerato ruggito del tirannosauro era un mix di versi animali: un cane, un pinguino, un ringhio di tigre, un gorgoglio di alligatore e uno strillo di elefante. La voce molto profonda del coccodrillo fungeva da “elemento a bassa frequenza”, da tappeto sonoro. Tuttavia la parte fondamentale del ruggito è il suono ad alta frequenza, cioè il barrito del cucciolo di elefante.

4. Non lo svegliano nemmeno le cannonate

Il set del film fu colpito da eventi naturali catastrofici, come per esempio il forte uragano Iniki. Quando avvenne, il cast e la troupe dovettero trasferirsi nella sala da ballo dell’hotel in cui alloggiavano. Sir Richard Attenborough (che indossava i panni del mitico proprietario del Jurassic Park) rimase, intanto, nella sua stanza d’albergo a dormire placidamente per tutta la durata della terribile tempesta. Quando Spielberg gli chiese come ci fosse riuscito, Attenborough rispose: “Mio caro ragazzo, sono sopravvissuto alle cannonate dei tedeschi, figuriamoci!”.

5. Il successo infinito da un libro non ancora finito

Jurassic Park ha rivoluzionato anche la relazione cinema – editoria. Il romanzo di Michael Crichton fu oggetto del desiderio di tutte le più importanti case di produzione americane ancora prima che venisse pubblicato. A spuntarla fu la Universal, preferita dallo scrittore per la scelta di affidare la regia a Steven Spielberg. La pre-produzione del film iniziò quando Chrichton ancora non aveva completato il manoscritto definitivo, così arrivò a rimaneggiare la sua bozza anche in funzione del percorso che stava prendendo la sceneggiatura.

6. Buona la prima

Tra le scene più iconiche del film c’è la scena del T-Rex che insegue il fuoristrada: roba da esondazione di adrenalina nelle vene! Eppure non fu programmata nel modo in cui la vediamo sullo schermo. Il muso dell’enorme dinosauro, secondo lo script, non avrebbe dovuto sfondare il tetto della jeep. Quando accadde, per errore, le urla e le espressioni di vero spavento dei due giovani attori furono talmente realistiche da meritarsi un posto nella storia del cinema.

7. Continua tu amico mio!

Tra verità e leggenda si dice che Spielberg fosse così fiducioso delle sue riprese, così soddisfatto del materiale girato da lasciare montaggio e post-produzione interamente nelle mani dell’amico George Lucas, visto che lui doveva volare in Polonia per cominciare le riprese di Schlindler’s List.

8. Dinosauri fantasia

Che posto terribile doveva essere la Terra infestata dal temibile e rapidissimo Velociraptor! Già, ma in verità non sono mai esistiti. O meglio nel mondo reale di milioni di anni fa erano piuttosto simili a grossi (e feroci) polli con una lunga coda ricoperta di piume e i denti aguzzi. Non consigliabili da fare allo spiedo!E anche il Dilofosauro – quella specie di “drago” con cresta colorata che per la nostra gioia sputa acido uccidendo il traditore Dennis Nerdy – è frutto di fantasia: non gettava veleno e non aveva nemmeno la cresta variopinta.

9. Vibrazioni pericolose

Di tutti gli incredibili effetti speciali realizzati per il film il più difficile da mettere in piedi fu la vibrazione dell’acqua nei bicchieri di plastica all’avvicinarsi del Tirannosauro inferocito. L’idea venne sempre a quel geniaccio di Spielberg, osservando le vibrazioni dellospecchietto retrovisore ai bassi dell’autoradio. La realizzazione fu più difficile del previsto perché doveva risultare credibile e proprio come la desiderava il regista. Fu la fortuna a venire in aiuto del direttore degli effetti speciali il quale, casualmente, si accorse che pizzicare le corde di una chitarra produceva una vibrazione esattamente come quella cercata.

Manlio Castagna
09 Giugno 2023

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