Luce Cinecittà a Berlino con l’Italia Pavilion

Lo spazio è dotato di una saletta ‘video library’ a disposizione degli operatori del settore


Lo spazio Italia Pavilion allestito quest’anno all’interno dell’EFM a Berlino non  passerà inosservato. Tutte le pareti saranno decorate da illustrazioni a tutta altezza e multicolori create per l’occasione dall’agenzia 19novanta coordinata dalla Direzione Comunicazione istituzionale di Luce Cinecittà. Uno stand ricco di stimoli e di riconoscibilità, uno spazio in cui il cinema italiano è presente e visibile da ogni punto di vista.

Con uno stile grafico essenziale sono stati ridisegnati gli oggetti simbolo della settima arte e sono stati reinterpretati tutti quegli elementi che, nell’immaginario collettivo, rappresentano i film italiani e i suoi protagonisti più amati. A volte ispirate alle locandine, a volte alle scene memorabili, a volte agli oggetti-icona, le pareti dell’ Italia Pavilion rappresentano una gallery unica, capace di raccontare decenni di cinema con l’efficacia di immagini piene di ricordi e di emozioni.  

Lo spazio, realizzato con il contributo della DGCinema del MiBACT e la collaborazione di ICE e ANICA, ospiterà anche l’Italian Film Commission e servirà da base per supportare ogni attività legata al cinema italiano. Situato al primo piano del Martin Gropius Bau, ospiterà gli esponenti dell’industria pubblica e privata presenti alla manifestazione. Anche quest’anno lo spazio è dotato di una saletta ‘video library’ a disposizione degli operatori del settore, dotata di un monitor LCD 55”, di un lettore blu-ray e 4 cuffie wirless per una visualizzazione ottimale dei prodotti audiovisivi. “Italia Pavilion” ringrazia per il loro prezioso contributo: Distilleria Bonaventura Maschio, Ron Botran, Viticoltori Ponte, Caffè Aiello, Tavoliere delle Puglie, Toscano.

Istituto Luce Cinecittà è presente al festival anche con due film: il primo è Vergine giurata di Laura Bispuri, con Alba Rohrwacher, Lars Eidinger, Flonja Kodheli, Luan Jaha, Emily Ferratello, una coproduzione tra Italia, Svizzera, Germania, Albania e Kosovo, che sarà distribuita a marzo, sarà in concorso. Il film, tratto dal libro della scrittrice albanese Elvira Dones (Feltrinelli) è girato tra l’Albania e l’Italia, in particolare Bolzano. Racconta la vicenda di Hana, una giovane forte e ribelle che decide di aderire alla regola tradizionale secondo cui una donna può vivere libera come un uomo a patto di rinunciare alla propria femminilità e restare vergine per tutta la vita secondo i dettami del Kanun. 

 
Il secondo è Quando l’Italia mangiava in bianco e nero, documentario breve di Andrea Gropplero di Troppenburg, realizzato con i materiali dell’archivio storico e presentato a Berlino nella sezione Culinary Cinema. Si tratta di un viaggio documentato e sorridente nella storia e nella filosofia concreta di un’eccellenza mondiale: la cucina italiana. Energia, convivialità, tradizione e sperimentazione. Ma anche educazione, emancipazione, e su tutto una ricetta per il buon vivere. Andrea Gropplero di Troppenburg, (Udine, 1963), regista, sceneggiatore e produttore di lungometraggi, corti, film documentari, fondatore della Pidgin, casa di produzione indipendente bolognese, ha co-prodotto, tra gli altri, Rostropovich Visneskaya Elegia di Alexander Sokurov e Mary di Abel Ferrara.

Ang
03 Febbraio 2015

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