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Il trio di Boris torna con l'anti-cinepanettone. Mattia Torre, Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico saranno sul set a febbraio 2014 con un film di Natale. Ma un film di Natale piuttosto sui generis: “Stiamo scrivendo una sceneggiatura dove le festività sono horror, fonte di guai e disperazione, insomma una rogna: siamo in molti a pensarla così”. La notizia arriva dal Festival di Taormina dove i tre sceneggiatori-registi sono ospiti di un incontro intitolato semplicemente “Dopo Boris”. Con sagacia e una sana dose di autocritica spiegano anche il parziale insuccesso del film nato dalla serie televisiva. “Come Roma è una città piena di cose belle ma non è una bella città, Boris è un film pieno di cose belle ma non è un bel film”. Eppure i loro tormentoni hanno appassionato il pubblico dei fedelissimi. “Quando mettemmo il primo trailer su Youtube ci sono stati 120mila contatti in poche ore, un vero boom, addirittura un record, che entusiasmò Rai Cinema e 01. Ma poi al cinema andarono quegli stessi 120mila”.

I tre, di cui Aldo Grasso ha scritto “quelli che si vestono male quando vanno a ritirare dei premi”, raccontano il loro incontro “graduale”, nato a teatro perché Giacomo, attore cane, aveva bloccato il Tor di Nona a Roma, senza ancora capire cosa mettere in scena e coinvolse Mattia, mentre Luca, che si era formato al Centro sperimentale, arrivò più in là. Il primo spettacolo data al ’94, poi Voglino li chiamò in Rai per una sit-com.

Racconta Luca: “Non è facile incontrare persone che hanno gusti simili ai tuoi. Ma lavorare in un collettivo dà maggiore enfasi a quello che fai in un paese come il nostro, dove le idee vanno avanti sotto scorta e c’è sempre qualcuno che ci deve mettere la faccia, come accade ai leader nei partiti. Noi

ci consideriamo un piccolo partito anti-fiction”. Aggiunge Giacomo: “In tre si forma un piccolo pubblico, c’è una prima reazione alle invenzioni e questo nella commedia è fondamentale. Poi noi siamo molto autocritici, cerchiamo di aggredire quello che facciamo, non vogliamo imbrogliare il pubblico”.

Il successo di Boris fu merito del web, la serie scaricatissima non andò così bene su Fox, mentre poi ha avuto successo su Raitre arrivando a 1 milione di spettatori. “Abbiamo riscontro in un'élite, ma continuiamo la nostra ricerca – dice Mattia - vogliamo fare una commedia non stupida e non volgare che abbia anche tanto successo”.

Aggiunge Giacomo: “All’inizio sembrava impossibile fare una sit-com senza le risate fuori campo e un presentatore di quiz come Sandra Mondaini o Gerry Scotti come protagonista. In tv, di qualsiasi cosa si parli - preti, carabinieri o professori - tutti devono essere magnifici. Noi invece siamo arrabbiati, la rabbia è la nostra benzina. Per questo ci piacerebbe fare una serie sul mondo della politica, l’abbiamo anche scritta: al centro c’è il Ministero dell’inclusione sociale, un ministero senza portafoglio dove una generazione di 40enni perbene, funzionari precari co.co.pro., viene afflitta dal ministro peggiore del mondo”.

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