Il Cinema ritrovato chiude con Bellocchio e il giullare Manfredi

Seguirà la proiezione di 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick nella rarissima copia originale in 70mm, scelta per l’omaggio ai cento anni di Technicolor,


Sarà il presidente della Cineteca di Bologna Marco Bellocchio a porre il sigillo alla 29ma edizione del festival Il Cinema Ritrovato. Gran finale domani sera, sabato 4 luglio (ore 21.45): Bellocchio saluterà il pubblico di Piazza Maggiore a Bologna a conclusione di un’edizione che vola verso le 85.000 presenze in 8 giorni di proiezioni, raccogliendo oltre 2.500 accreditati da 50 Paesi diversi. 427 film dalle origini del cinema in 5 sale della città, per concludere tutte le lunghe giornate in Piazza Maggiore con le sue affollatissime serate.

“Si vive una sensazione di gioia, di piacere della condivisione di un patrimonio culturale immenso: i 120 anni del cinema”, racconta il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli, che domani sera accompagnerà Bellocchio sul palco di Piazza Maggiore. “C’è un pubblico felice, che assiste tanto alle serate in Piazza Maggiore quanto alle proiezioni nelle sale della città con una passione e un fervore che vediamo crescere di anno in anno. E questo, lo possiamo dire, è anche il frutto della continuità del lavoro della Cineteca, capace di ampliare il proprio raggio d’azione culturale, coinvolgendo persone di ogni parte del mondo e di tutte le generazioni”.

Seguirà la proiezione di 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick nella rarissima copia originale in 70mm, scelta per l’omaggio ai cento anni di Technicolor, uno dei tanti temi che hanno attraversato questa 29ma edizione del Cinema Ritrovato. E proprio a proposito di colori, solo pochi minuti prima, alle ore 20.30 al Teatro Comunale, potremo vedere quelli splendidi del nuovo restauro digitale di Rapsodia satanica, film dell’età dell’oro del cinema muto italiano e del divismo femminile, che torna finalmente al suo autentico splendore.

Ma prima, alle ore 17.30 al Cinema Lumière, è da non perdere il cortometraggio Signori, chi è di scena?, dove figura un giovanissimo Nino Manfredi nei panni di un giullare. L’anno è il 1951 e lui, in una delle sue prime apparizioni, è accompagnato da figure che saranno poi sicure protagoniste del nostro cinema e del nostro teatro, da Salvo Randone a Bice Valori, da Rossella Falk ad Anna Proclemer, tutte guidate dal regista Leonardo Cortese.

Il corto sarà presentato all’interno di un programma di rarità del cinema italiano, che raccoglierà anche il film realizzato da Alessandro Blasetti, sempre nel 1951, Quelli che soffrono per voi…, documentario spietato che riprende gli esperimenti in laboratorio che prevedono la vivisezione degli animali. Del 1952 è I bambini ci giuocano, realizzato per l’appena costituita Fondazione Pro Juventute di don Carlo Gnocchi, con lo zampino produttivo di Vittorio De Sica e Cesare Zavattini, che si interrogano sui destini delle giovani vittime degli ordigni esplosi a guerra finita. Riferendosi in particolare a una sequenza in cui un gruppo di bambini gioca a calcio con un pallone a cui è attaccato un campanello, Zavattini pare abbia osservato con De Sica: “Vale come un intero nostro film neorealista”. Valerio Zurlini si cimenta invece nei documentari d’arte Miniature (1951), girato alla Biblioteca Estense di Modena, e Il gioiello degli Estensi (1952), dedicato alla quattrocentesca Bibbia di Borso d’Este.

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03 Luglio 2015

Il Cinema Ritrovato 2015

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Rocco ritrovato

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